IL CAMORRISTA

"Io battezzo questo locale come lo battezzarono i nostri tre vecchi. Se loro lo battezzarono con ferri e catene, io lo battezzo con ferri e catene. Alzo gli occhi al cielo e vedo una stella volare. E' battezzato il locale. Con parole d'omertà è formata società. Dimmi, guagliò... di che cosa vai in cerca?" "Della mia bonifica di giovane onorato." "Quanto pesa un picciotto?" "Quanto una piuma sparsa al vento." "E che rappresenta un picciotto?" "Una sentinella di omertà... che gira e rigira... quello che vede e sente e guadagna... lo porta in società." "Se tu tradisci, questo pane diventerà piombo. E questo vino diventerà veleno. Se prima ti conoscevo come giovane d'onore, da questo momento in poi ti conosco come picciotto appartenente a questo corpo di società."

La camorra riformata deve avere tre cose. Primo, una perfetta organizzazione. Secondo, abbastanza danari per poter corrompere i giudici e i politici. E terzo, la convinzione che disponiamo della vita e della morte di tutti quanti.

Il Santo deve andare a parlare con il padreterno.

Quanno si 'ncudine... statte e quanno si martiello... vatte.

Se facevo la carriera del prete, sicuro diventavo Papa.

I camorristi non sono altro che pedine di un gioco più grande di loro.

I camorristi ragionano sempre col cervello e mai con il cuore.

Io so sempre tutto.