Ultimo aggiornamento:
22/02/2025
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LA FONTE MERAVIGLIOSA

Anno: 1949
Regia di: King Vidor
Genere: Drammatico
Non c'è posto per l'originalità in architettura... nessuno può far meglio dei costruttori del passato e allora non ci resta che copiarli.
Grattacieli. Le più grandi costruzioni ideate dall'uomo. Eppure le hanno fatte somigliare a templi greci, a cattedrali gotiche, scopiazzando malamente tutti gli stili del passato. Solo perché gli altri hanno fatto così. Io ho detto, ho predicato che la forma di un edificio deve avere una sua funzione, che a nuovi materiali vanno date forme nuove, che un edificio non può copiare parti di un altro stile come un uomo non può prendere l'anima di un altro.
Ogni progresso dell'umanità nasce nella mente di qualcuno, ma gli costa caro e tu non ne sai il prezzo.
Io non dò e non domando aiuti!
L'originalità piace se non è eccessiva.
Un edificio ha un carattere, è come un uomo, ed una logica. Deve seguire una certa idea, avere una certa forma... servire a uno scopo.
Io non costruisco per avere clienti, cerco clienti perché voglio costruire.
L'arte ha valore se è prodotto collettivo di uomini che rispettano le regole fissate dalla maggioranza.
Ogni cosa nella vita ha il suo prezzo.
E' difficile e crudele... l'onestà.
Non c'è un modo onesto di trattare la gente perché i casi sono due, o sottomettersi o dominare.
Mi hanno attaccato tante volte che ci ho fatto il callo. Ho cominciato facendo il minatore, sono arrivato perché ho sempre agito con onestà senza compromessi con nessuno. Un giorno anche lei si accorgerà che è l'unico modo di farsi strada.
Un uomo superiore è un insulto a quelli comuni.
Quel che è stato, non ritorna.
Ho sempre trovato qualcuno che aveva bisogno di me. Qualcuno che vedeva coi propri occhi, ragionava col proprio cervello. Sono rari costoro, sono sconosciuti ma muovono il mondo.
L'uomo che lavora per gli altri senza compenso è uno schiavo. Io non credo che la schiavitù sia nobile. Qualunque ne sia la forma, qualunque sia lo scopo del suo lavoro.
Prima di fare qualche cosa per gli altri, devi sempre domandarti se sei capace di farla e bene... e per riuscire bene devi amare ciò che fai, non la gente, la tua opera e non l'eventuale oggetto della tua carità.
Tu prendi quello che la società può darti, avrai il denaro, la fama e la gratitudine e io avrò quello che nessuno eccetto me stesso mi potrebbe dare... io avrò fatto qualcosa di grande.
Non si ha il diritto di esistere se non si è utili agli altri. L'uomo non rappresenta nulla se non è utile ai suoi simili. L'autosacrificio è la legge del nostro tempo.
Non abbiamo mai imparato a comprendere cos'è la grandezza nell'uomo. L'autosacrificio, dice qualcuno, è la suprema virtù. Ma riflettiamo un pò. Un uomo può sacrificare la sua dignità, la sua libertà, i diritti, le convinzioni, una coscienza pulita, un pensiero indipendente? Cioè tutti i nostri beni più preziosi. Per quale scopo sacrificarli? Per chi? Autosacrificio? Ma è precisamente il proprio io che non può e non deve essere sacrificato. L'io di un uomo è il suo spirito. E' qualcosa di sacro e intangibile che noi dobbiamo difendere e rispettare.
Il potere! Cosa credi che sia il potere? Fruste, cannoni, denaro? Per rendere gli uomini schiavi, devi fiaccarne lo spirito, la capacità di pensare e agire da sé, legarli assieme perché diventino tutti eguali, remissivi, obbedienti... ecco il solo modo di metterli al guinzaglio.
Se tu togli a un uomo la coscienza del proprio valore, si sottomette.
Egoista. Così mi hanno definito. Beh lo sono, perché vivo ragionando con la mia testa e come piace a me.
L'uomo ha diritto di esistere se rifiuta di servire la società?
Migliaia d'anni fa, un uomo riuscì a scoprire il segreto del fuoco. Forse lo bruciarono con quel legno che egli aveva insegnato ad accendere, ma lasciò all'umanità un dono insperato e con esso liberò dal buio la Terra. Durante i secoli, altri uomini mossero i primi passi sulle vie nuove animati soltanto dalla loro intuizione. I grandi creatori, i pensatori, gli artisti, gli scienziati, gli inventori, rimasero soli contro gli uomini del loro tempo. Ogni nuova idea era ostacolata. Ogni invenzione bandita. Ma ciascuno di loro andò avanti, lottò, soffrì e pagò. Ma vinse. Non era mosso dal desiderio di piacere alla folla. La folla odiava il dono che le era offerto ma lui cercava la verità. Suo scopo era solo la sua opera. La sua opera, non chi le usava, la sua creazione, non i benefici che gli altri ne traevano. La creazione che dava forma alla sua verità. Però la sua verità la metteva sopra e contro tutti gli altri. Andò avanti, sia che gli altri volessero seguirlo o no. Solo con la sua integrità per sola bandiera. Non servì niente e nessuno. Visse solo per sé. E solo vivendo per sé, poté realizzare le opere che formano la gloria dell'umanità. E' così che è avvenuta ogni conquista. L'uomo è nato inerme, ha un'unica arma, la sua mente. Senza di essa, non potrebbe sopravvivere. Ma la mente è un attributo dell'individuo, non c'è e non si può concepire una specie di cervello collettivo. L'uomo che pensa, deve pensare e agire da sé. Come può lavorare se è sottoposto a costrizioni di ogni genere? E' impossibile subordinarlo a bisogni, opinioni, o desideri di altri. Nessuno ha il diritto di sacrificarlo. Chi crea si basa sul proprio giudizio. Il parassita segue l'opinione degli altri. Chi crea pensa. Il parassita copia. Chi crea produce. Il parassita ruba. Chi crea tende alla conquista della natura. Il parassita, la conquista degli uomini. A chi crea, va data indipendenza. Egli non comanda e non serve nessuno. Fra lui e gli altri c'è un libero scambio, una libera scelta. Il parassita cerca il potere e tenta di livellare gli uomini in un'azione comune, una comune schiavitù. E pretende che l'uomo debba essere uno strumento ad uso degli altri, debba pensare come pensano gli altri, agire come gli altri, che debba annullarsi in una servitù senza gioia. Guardate la storia. Ogni conquista, ogni bene che possediamo deriva dall'opera indipendente di una mente indipendente. Ogni barbarie o decadenza nasce dal tentativo di fare degli uomini automi senz'anima, senza cervello, senza diritti personali, volontà, speranza, dignità. E' un antico conflitto. Oggi ha un altro nome. Individuale contro il collettivo. Il nostro paese, che è fra i più nobile della storia degli uomini, si fondò sul principio dell'individualismo. Ossia dei diritti inalienabili dell'uomo. Era un paese dove l'uomo era libero di cercare la sua felicità, di guadagnare e produrre non angustiato dalla rinunzia, di prosperare, non di languire. Libero di possedere un bene inestimabile... il senso del suo valore personale e la più alta delle virtù, il suo amor proprio. Questo è ciò che i collettivisti vi chiedono di distruggere, come già altrove è stato distrutto.
Nessuno ha il diritto di usurpare un solo minuto della vita degli altri.
Nessuno ha il diritto di sfruttare le energie degli altri... chiunque esso sia. Questo volevo dire. O il mondo finirà in un'orgia di sopraffazione. Vi parlo in nome di tutti gli uomini indipendenti che ancora rimangono nel mondo. Al di fuori di questi principi, non esiste che la schiavitù del lavoro e la negazione all'uomo del diritto di vivere secondo il proprio genio.